Nelle sabbie mobili della diplomazia mediorientale, il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha aperto le porte ad un potenziale accordo di pace con la Siria. Tuttavia, ciò è subordinato alla condizione di stabilire una zona cuscinetto smilitarizzata da Damasco fino a Jabal al-Sheikh, un’area ora sotto controllo israeliano, presentando un nuovo risvolto nella complessa geopolitica della regione.

Il Contesto Storico

L’attrito tra Israele e Siria risale a decenni fa. La cattura delle Alture del Golan da parte di Israele nella guerra del 1967, in seguito annesse, è stata una questione spinosa. Questa mossa controversa è stata riconosciuta da alcuni, come gli Stati Uniti, ma respinta dalla comunità internazionale più ampia. La recente espansione nel territorio siriano, a seguito della caduta dell’ex Presidente siriano Bashar al-Assad, complica ulteriormente la situazione.

Le Poste in Gioco nei Negoziati Attuali

Per mesi, i negoziati si sono protratti intorno a un potenziale accordo di sicurezza. Tuttavia, nelle ultime settimane si è evidenziata una stagnazione, dovuta principalmente al rifiuto di Israele di negoziare il ritiro dai territori appena acquisiti. La posizione ferma di Netanyahu nel richiedere una zona cuscinetto funge sia da strumento negoziale che da misura protettiva. Ma ciò ha suscitato aspre critiche da parte di figure come Gideon Levy, un editorialista di Haaretz, che accusa Netanyahu di perpetuare uno stato di guerra continua.

Pressioni dalle Potenze Globali

Gli Stati Uniti, sotto la presidenza di Donald Trump, hanno preso un vivo interesse per la stabilità della regione. Cercando di mediare un patto di non aggressione, l’amministrazione Trump vede una Siria unificata sotto il presidente Ahmed al-Sharaa come vitale per la pace. Gli incontri dell’inviato speciale degli Stati Uniti con i funzionari siriani sottolineano la dimensione internazionale di questo conflitto regionale, mettendo pressione su entrambe le nazioni per trovare un terreno comune.

Implicazioni Politiche e Strategiche

Mentre Netanyahu enfatizza la sicurezza come sua priorità, le richieste sottostanti, come mantenere un corridoio aereo verso l’Iran, rivelano sfumature strategiche. Queste richieste accennano alla più ampia scacchiera geopolitica in cui Israele si posiziona per contrastare potenziali minacce, mantenendo aperte le opzioni militari.

Il Cammino da Percorrere

Nonostante la situazione di stallo attuale, il potenziale per la pace rimane, sebbene oscurato dalle controversie. Mentre la Siria si impegna verso l’unità e la ripresa domestica, e con gli stakeholder internazionali coinvolti, il panorama diplomatico si presenta ricco di opportunità, sebbene irto di sfide.

La speranza persiste, perché con comprensione reciproca e compromesso, un vertice di pace potrebbe davvero scolpire una nuova narrativa per Israele e Siria. Secondo Al Jazeera, il cammino verso la pace è accidentato ma non del tutto impraticabile.