Mentre le tensioni continuano a crescere a Gaza, oltre 300 ex diplomatici e funzionari dell’Unione Europea si sono fatti avanti con un appello convincente. Hanno scritto una lettera ai leader dell’UE esortandoli a intraprendere azioni immediate e decisive, in particolare avvicandosi a una sospensione completa dell’accordo di cooperazione tra UE e Israele.

Una posizione decisiva per la Palestina

La lettera, sostenuta da un potente gruppo di 314 firmatari, invita gli stati membri dell’UE a riconoscere formalmente lo Stato di Palestina. Attualmente, 147 paesi hanno riconosciuto la Palestina, e il documento incoraggia paesi come la Francia, il Belgio, il Regno Unito, il Canada e l’Australia a fare altrettanto, soprattutto mentre l’assemblea generale delle Nazioni Unite emerge come un punto di incontro cruciale.

Leadership dell’UE e diritto internazionale

La lettera sottolinea una presenza più forte dell’UE nei forum globali per fare pressione su Israele affinché rispetti il diritto internazionale. Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione Europea, ha chiarito la sua posizione sospendendo gli aiuti finanziari a Israele e sostenendo sanzioni contro i ministri estremisti – una risposta alla presunta crisi umanitaria aggravata dal conflitto prolungato di Israele con Gaza.

Influenza tedesca e italiana nel dibattito

In modo notevole, il supporto dei diplomatici tedeschi e italiani accresce la gravità della lettera. Questi paesi svolgono un ruolo critico nel bloccare le proposte contro Israele, evidenziando le profonde divisioni all’interno dell’UE su questo tema. Secondo The Guardian, queste manovre politiche indicano traiettorie contrastanti all’interno dell’UE, che richiedono consenso per azioni impattanti.

Un appello alla leadership e all’azione

Michael Doyle, un ex ambasciatore dell’UE e co-organizzatore della lettera, sottolinea la necessità di agire oltre la mera retorica, invitando l’UE a incarnare i valori che stanno alla base dell’ordine internazionale del dopoguerra. “Non possiamo restare a guardare. Vedere Gaza ridotta a macerie e i suoi abitanti alla miseria e alla fame sfida i nostri principi”, ha aggiunto Sven Kühn von Burgsdorff, un altro co-organizzatore.

Momento politico all’interno dell’UE

Parallelamente a questi appelli diplomatici, la risoluzione del Parlamento Europeo intitolata “Gaza al punto di rottura” guadagna anche terreno. Sebbene non vincolante, essa sostiene la sospensione dell’accordo commerciale UE-Israele e l’applicazione di sanzioni individuali. La risoluzione è stata approvata con 305 voti favorevoli, ma ha visto una significativa opposizione e astensioni, dimostrando l’equilibrio volatile delle opinioni all’interno del corpo legislativo dell’UE.

È ora di cambiare

Hilde Vautmans, una figura chiave nella negoziazione della risoluzione parlamentare, chiama con passione gli stati membri dell’UE e la commissione: è tempo di agire, senza scuse. Il momento sta crescendo, e il mondo osserva mentre l’UE naviga uno dei suoi dilemmi diplomatici più complessi nella storia recente.